N°160 Giugno_Luglio
cadde Granada dopo 800 anni d’occupazione dei Mori). Oltre alla Cattedrale Encarnaciòn de Almería, raro esempio di chiesa fortificata, la cittadina non abbonda di monumenti storici, ma conquista con la sua autenticità, l’assenza di turismo di massa, l’ordine e la pulizia. Tra le curiosità, El Cable Ingles, una lunga struttura rossa in ferro che era usata per trasportare i minerali su rotaia verso il mare, dalla stazione ottocentesca, a 900 metri; e il MuReC, il Museo del Realismo Spagnolo Contemporaneo (mure calmeria.es). Tra le buone tavole c’è il Cuatro Hojas, gastrobar con selezione di soli vini spagnoli e la cucina d’au tore dello chef ispano-argentino Juanjo Carabajal. Ottimo il suo Tostón argentino di diaframma di vitello alla brace e provolone. Entrefinos è invece un bistrot con tavolini su strada per squisite tapas, incluso il drink, a 4 euro (entrefinos.es). E, poi, il più storico di tutti: Casa Puga, dal 1870 un autentico tapas bar pieno di cimeli, foto e locandine vintage. Al banco prosciutti iberici e golosità serviti con birra o vino (barcasapuga. es). Oppure con la bevanda dell’estate: il Tinto de Verano, vino rosso, gazzosa e ghiaccio.
ecco allora un’autentica Olla de Trigo, una zuppa di orzo ammollato, patate, carote, fagioli corallo, morcilla, pancetta e finocchio selvatico. Si chiude in dolcezza con una Talvina, una crema di latte, farina e cannella. Nel Desierto di Tabernas c’è anche un extravergi ne dalle autoctone arbequina, picual e hojiblanca, al frantoio Campos de Uleila (uleila.com), vasta tenuta di ulivi, anche centenari, e scommessa sull’oleoturismo (americani, inglesi, ecc…) con visite guidate e degustazioni. Dall’arbequina si ottiene un Evo morbido e fruttato, ideale con insalate e pesce; dal picual un olio più intenso e corposo, note erbacee e piccante persistente; per carni alla griglia e stufati. Dalla hojiblanca un Evo ben bilanciato tra freschezza e amaro, per zuppe fredde e pesci al forno. Tabernas, il villaggio capofila del deserto, si trova a 30 chilometri dalla cittadina di Almerìa, porta d’ingresso a quest’Andalusia accogliente e festosa, ma con un pizzico di riservatezza. Fondata dai musulmani nel X secolo con la costruzione della fortezza dell’Alcazaba, a 160 chilometri dalla costa del Marocco, Almerìa fu la penultima roccaforte Iberica riconquistata dai Re Cattolici (nel 1492
Casa Puga, uno storico tapas bar aperto nel 1870, nel centro storico di Almería. A destra, l’Alcazaba di Almería, fortezza musulmana costruita nel 955. Sopra, a sinistra, Juanjo Carabajal, chef del Cuatro Hojas, gastrobar di Almería, che offre solo vini spagnoli; al centro, il suo gustoso Tostón argentino di entraña (diaframma) di vitello alla brace e provolone. A destra, uno scorcio del Desierto di Tabernas
73 Food&Beverage |giugno-luglio 2025
Made with FlippingBook Digital Proposal Maker