N°160 Giugno_Luglio

NAPOLI

L’Italia del boom nella pizza del Ruotino

Federica Belvedere

N el centro di Napoli, tra l’energia senza tempo di via Toledo e il fermento urbano di piazza Carità, prende vita un progetto che racconta una storia di ritorno e di riscoper ta, ma anche di ambizione e futuro. Si chiama Al Ruotino ed è molto più di una pizzeria: è un viaggio nella memoria collettiva italiana, un tributo alla pizza fatta in casa nel secondo dopoguerra in un’interpretazione moderna di quel sapore autentico che sa di famiglia. Dietro l’idea c’è Luigi Seccia, classe 1998, giova ne imprenditore partenopeo cresciuto tra lieviti e farine, oggi alla guida di un format che ha già

Il locale di Luigi Seccia, che ha aperto anche a Roma, utilizza il ruoto, teglia rotonda e bassa in alluminio come negli anni ’50 quando in molti preparavano la pizza in casa. Menu partenopeo e musica dance

Il suo Al Ruotino è un locale che celebra l’Italia del boom economico, con un design che sembra uscito da una cartolina anni ’50: poltroncine capi tonné, pavimenti in graniglia, metallo cromato, specchiere d’epoca e poster pubblicitari originali collezionati dallo stesso Seccia, appassionato cultore del vintage. Il locale napoletano si sviluppa su due livelli e accoglie gli ospiti in uno spazio di 200 metri quadrati dove si può scegliere se mangiare al banco -in perfetto stile diner ame ricano- o sedersi nelle sale interne e godersi il tuffo nel passato. E se il concept visivo è affascinante, è la pro posta gastronomica a fare la differenza. La pizza viene cotta e servita nel ruoto d’alluminio da trenta centimetri, croccante fuori e morbida den tro, grazie a un impasto elaborato con un blend di farine (tipo 00 e 1), una lunga lievitazione di 24 ore e una doppia cottura a 300°C e 360°C. Un processo studiato nei minimi dettagli per restituire al palato quella fragranza che sa di casa, ma con la precisione e la ricerca di un laboratorio contemporaneo. Il menu è un omaggio alla tradizione parte nopea, ma non manca di creatività. Accanto alle classiche Marinara, Margherita, Cosacca o alla saporita Quasi parmigiana, c’è la pizza signature Al Ruotino: pomodoro, salame piccante, miele artigianale e stracciata di bufala. Un’esplosione di sapori nata da un ricordo personale di Luigi Seccia che in un viaggio a New York assaggiò per la prima volta l’abbinamento tra la pizza ai peperoni e il miele piccante. Un incontro fortui to, diventato ispirazione per una delle pizze più amate del menu. Ma non mancano le proposte più robuste, come la Domenica, con il classico ragù napoletano, né gli antipasti della tradizione: crocchè, montanare, parmigiana di melanzane, a cui si aggiungono quattro versioni di pizza fritta e al forno. I dolci chiudono il cerchio con ras sicuranti icone della pasticceria napoletana e italiana: babà e tiramisù, quest’ultimo con ricetta originale della casa.

trovato casa anche a Roma, nella food court di via del Plebiscito. Formatosi tra studi economici e passioni familiari, Seccia ha trasformato un ricordo d’infanzia in un’esperienza gastronomica concreta, dal sapore nostalgico ma con un’ani ma decisamente contemporanea. Il nome è già un manifesto: il ruoto, teglia rotonda e bassa in alluminio, è l’oggetto simbolo di tante cucine italiane, quando la pizza si preparava in casa il sabato sera, con gli avanzi dell’impasto del pane, condita con pomodoro, origano, olio e sale.

La pizza fatta come una volta con il ruoto è un’interpretazione moderna di quel sapore autentico che sa di famiglia. La pizza è croccante fuori e morbida dentro, grazie a un impasto elaborato con un blend di farine, una lunga lievitazione e una doppia cottura

66 Food&Beverage |giugno-luglio 2025

Made with FlippingBook Digital Proposal Maker