N°160 Giugno_Luglio

SPECIALE

più conosciuti. Fanno eccezione, ma purtroppo non sempre, i ristoranti che si trovano nelle zone di produzione, dove c’è una maggiore consapevolezza e valorizzazione dei prodotti locali. Fondamentale per proporli è la formazione del personale per aumentarne la conoscenza e la capacità di abbinarli correttamente ai piatti. Eppure, insieme alle bollicine, i vini rosati hanno saputo comunicare con strumenti di marketing che fanno presa sui consumatori più giovani, spesso alla ricerca di vini accessibili, facili da bere e con

ristoranti italiani è in crescita, ma non ancora parago nabile a quella di bianchi e rossi. Subiscono ancora una sorta di schiacciamento tra le due tipologie più diffuse a cui si aggiunge una limitata propensione a consigliarli, probabilmente proprio perché la loro conoscenza è ancora poco approfondita. La percezione da parte dei consumatori e anche dei ristoratori dei rosati come vini di “seconda categoria” ne ha frenato la diffusione e nonostante l’offerta di rosati di qualità sia aumentata negli ultimi anni la selezione proposta spesso rimane limitata ai rosati

I vini rosati sono ottenuti da uve a bacca rossa sottoposte a una macerazione più breve rispetto a quella dei vini rossi. Sopra, i vigneti di Le Manzane, nell’area del Prosecco Docg

LE MANZANE Ròseo e Prosecco Rosé, due interpretazioni del rosato D a sempre attenta alle richieste del mercato e all’evoluzione dei gusti dei consumatori, Le Manzane di San Pietro di Feletto (Tv) produce due vini rosati che rispondono a esigenze diverse e raccontano due storie complementari: Prosecco Doc Rosé Millesimato Brut e Ròseo Spumante Brut. Già prima dell’uscita ufficiale del Prosecco Doc Rosé, l’azienda veneta produceva un rosato spumante a base di glera al 95% e merlot, dimostrando una visione lungimirante e una forte propensione all’innovazione, pur rimanendo radicata nella tradizione vitivinicola del territorio: Ròseo Spumante Brut ha un colore intenso e un profilo aromatico differente dal Prosecco Rosé, con profumi floreali e fruttati di frutta a bacca rossa e note decise di fragolina di bosco. Ottimo come aperitivo, si addice ad antipasti e a piatti a base di pesce: è apprezzato da una clientela affezionata che spesso lo preferisce proprio per queste caratteristiche. Prosecco Doc Rosé Millesimato Brut nasce dall’unione dell’88% di glera e del 12% di pinot nero: ha un intrigante aroma di frutta rossa fresca, una morbida acidità e un colore che seduce. La breve macerazione a contatto con le bucce dell’uva a bacca nera conferisce al vino un colore delicato e una veste romantica: un rosa provenzale brillante con preziosi riflessi cipria. Il perlage è fine e persistente; al naso spiccano sentori di rosa, fragoline di bosco e pesca. Cremoso, fresco ed equilibrato con un retrogusto leggermente ammandorlato, è uno spumante dalla beva piacevole che conquista. Si abbina a piatti che rimandano al gusto asiatico ma anche ai piatti italiani e veneti come il risotto con i gamberi e il baccalà mantecato. “Il Prosecco Doc Rosé Millesimato è una versione elegante, fresca e attuale del rosato, pensata per un pubblico sempre più attento alle nuove tendenze -spiega Anna Balbinot, responsabile marketing de Le Manzane- Proponiamo due rosati diversi per caratteristiche e posizionamento, che rispondono a esigenze differenti del mercato. Hanno due identità distinte, ognuna con la propria personalità e il proprio pubblico”. Anticipatrice delle tendenze, l’azienda produce Ròseo Spumante Brut da una quindicina d’anni, mentre la prima annata del Prosecco Doc Rosé è stata la 2020. Del Ròseo si producono 40 mila bottiglie, del Prosecco Doc Rosé circa 60 mila.

60 Food&Beverage |giugno-luglio 2025

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