N°160 Giugno_Luglio
VERONA
La libertà de La Pigna fra tradizione e anni ’80
Clementina Palese
I n continuità con la storia di una città, Verona, in cui le trattorie sono state -e sono ancora- un importante luogo di convivialità, ha riaperto La Pigna . Lo stesso nome della strada in cui si trova, che deriva dalla scultura di pietra a forma di pigna all’angolo con via Verità, probabilmente parte della decorazione di un monumento funebre di epoca Romana. A ridare vita a La Pigna a dodici anni dalla chiusura, il Gruppo Do It Better della famiglia Gambaretto che nel cuore della città antica sull’asse di quelli che furono il decumano e il foro dell’antica città romana possiede altri tre locali: il rinomato risto rante Maffei nella storica Piazza delle Erbe, Amo Bistrot , di recente entrato nella selezione Michelin per la sua originale proposta fusion, e Oblò, per chi ama il comfort food. Inaugurata alla fine di febbraio, La Pigna completa l’offerta dei fratelli Luca e Silvia Gambaretto, alla guida del Gruppo, reinterpretando in maniera con temporanea la trattoria per adeguarla alle esigenze attuali, amplificando le opportunità di convivialità e coronando il sogno del padre Ferdinando. “ La Pigna si propone di valorizzare in chiave moderna l’aspetto divertente e lo spirito dinamico dell’e sperienza enogastronomica tipicamente veneta, spostandosi di sedia in sedia, da una stanza all’altra -spiega Silvia Gambaretto che dirige anche il Maf fei - Si può iniziare dal tradizionale goto de vin con qualche cicchetto , per poi proseguire comodamente seduti al tavolo per consumare un pasto in piena regola”. Ad accogliere chi vuole fermarsi solo per un aperitivo, ma anche chi all’aperitivo vuole far seguire la cena, c’è un bancone dove godersi un bicchiere e uno stuzzichino in modo informale, con l’accuratezza della proposta della cucina svincolata dalle dinamiche del servizio in sala. L’ambiente coniuga restauro conservativo e design. La storicità del locale è raccontata dal le travi a vista vissute e dalle pareti in mattone nude, su cui un tempo facevano mostra di sé foto e disegni degli avventori. L’arredo e le luci, in contrasto, sono in stile urban. Dall’ambiente
Riapre rivisitato un locale del centro storico con piatti concreti e classici e incursioni Ingredienti selezionati ed esecuzioni a regola d’arte, abbinati a vini in gran parte naturali con pochi grandi nomi e molti piccoli produttori nel vintage con le penne alla vodka.
d’ingresso in cui si trova il bancone si accede a una sala un poco sopraelevata, destinata alle cene infrasettimanali e ai pranzi festivi per una trentina di coperti. Scendendo, invece, per una suggestiva scala, che porta sui gradini i segni della storia vissuta, si raggiunge la taverna, incorniciata da affascinanti volte a botte, spazio che aumenta la capienza totale del locale fino a settanta coperti e può essere riservata a eventi privati. “Libertà è la parola chiave che racchiude l’essenza de La Pigna -aggiunge il Ceo Luca Gambaretto- Il locale rinasce in continuità con la sua storia di luogo di aggregazione dei veronesi e dei turisti, abbracciando la filosofia della convivialità rando mica, tipica e identitaria della trattoria delle origini, pensata come una forma di convivium , nel senso profondo di luogo di piacere e condivisione”. 8QD OLEHUW¢ FKH VL OHJJH QHL SLDWWL SURSRVWL H DQFKH nella carta dei vini. Piatti che includono la tradizione della cucina veronese, ma anche italiana tradizionale e contemporanea, con incursioni in alcune ricette che andavano molto negli anni ’80, spesso criticate perché omologanti dell’offerta gastronomica italia
I fratelli Silvia e Luca Gambaretto guidano il Gruppo di famiglia Do it better. Con La Pigna intendono valorizzare in chiave moderna l’aspetto divertente e lo spirito dinamico dell’esperienza dei tradizionali locali veneti dove si inizia con un “goto de vin” accompagnato da qualche cicchetto e poi ci si siede a tavola per la cena
44 Food&Beverage |giugno-luglio 2025
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